The Association aims at to maintain and promote the heritage and the exhibits kept at the Galata Museo del Mare, at the Naval Museum of Pegli and at the Commenda di San Giovanni di Prè.
La mostra, di Nadia Auleta e Raul Orvieto, che consiste di 25 opere tra dipinti e sculture, rappresenta in maniera inusuale i pesci d’acqua dolce e marini. Nadia Auleta usa l’antica tecnica pittorica giapponese Gyotaku, mentre Raul presenta delle sculture wildlife art in legno e resine. In mostra anche alcune opere di stampo artistico che porranno sotto i riflettori il grande problema dell’inquinamento marino da plastiche.
Il pubblico potrà ammirare opere che sono state più volte pubblicate su quotidiani, riviste nazionali ed esposte in gallerie d’arte nazionali e internazionali.
Raul Orvieto, landscape designer e artista wildlife, membro associato della prestigiosa Society of Animal Artists americana, ama utilizzare il legno possibilmente proveniente da tagli ecosostenibili per le sue creazioni. Parte della sua produzione artistica segue tematiche artivistiche di denuncia e collabora nella raccolta fondi con famose associazioni internazionali per la tutela della fauna selvatica.
Campione Americano 2020 e 2021 di fishcarving (scultura in legno di pesci), vincitore di “Artistry in wood 2020” in British Columbia (Canada), finalista con due sculture e premiato “Highly commended” al Wildlife Artist of the year 2021 della Fondazione internazionale David Shepherd con il patrocinio del BBC Wildlife Magazine.
Presso l’ingresso del l’opera “Triple R”, una denuncia all’inquinamento marino da plastiche, per rammentare ai visitatori, la ferma volontà dell’Istituzione museale di proteggere gli ecosistemi marini ed informare sull’urgenza del problema.
In esposizione una sua recente opera di grande formato, rappresentante un branco di trigoni australiani in fase di nuoto, iscritta al Wildlife artist of the year 2022, costituita da frammenti di spazzatura plastica raccolti sul bagnasciuga selezionati in varie tonalità di blu e legati assieme da un involucro di resina trasparente al fine di creare un poderoso effetto visivo e al contempo far riflettere sul contenuto dell’opera che di fatto è quanto di più innaturale e triste si possa incontrare in natura.
Nadia Auleta, maestra d’arte e pittrice ad acquerello, che dipinge prevalentemente utilizzando l’antica tecnica giapponese Gyotaku. Molto interessante sono le radici della tecnica giapponese utilizzata da Nadia. Questa tecnica nasce a bordo dei pescherecci giapponesi alla fine del settecento per esigenze pratiche di memorizzazione del pescato: effettuata inchiostrando le grandi prede con semplice nero di seppia sulle quali si poneva della carta di riso che veniva così impressa dalla sagoma dell’animale. L’apposizione di un timbro/firma ufficializzava il documento che poteva essere utilizzato per la compravendita del pescato.
Sorpassate le valenze pratiche originali, il Gyotaku è una vera e propria disciplina pittorica giapponese che prevede l’utilizzo di carte fatte a mano, su tutte le “Washi paper” ed in particolare tra queste la pregiata Kozo di fibre di gelso, utilizzata prevalentemente dall’artista Nadia.
La mostra è allestita nella Saletta dell’Arte.
28 aprile 2022 – h 17.00
A cura di Loredana Trestin
29 aprile 2022 – 29 maggio 2022