
Si possono usare più linguaggi per esplorare e conoscere lo stesso ambito di conoscenza? Certo, è la cosiddetta competenza di “translanguaging”, processo che supporta lo sviluppo di competenza metalinguistica generale. Questa affascinante disciplina è stata esplorata in un laboratorio dedicato ai Linguaggi antichi e artificiali al Galata Museo del Mare di Genova, che per la seconda volta ha aperto i propri spazi al Festival della Scienza.
L’ambito di conoscenza era quello dei porti del Mediterraneo del passato, in un arco compreso tra il XVI secolo e il 1800. Ambienti ricchi di fascino dove arabi, turchi, berberi e altri popoli del Nord Africa da un lato, e gli europei, soprattutto italiani, spagnoli, francesi, greci e altri, dall’altro comunicavano con una lingua comune. Sulle banchine dei porti del Mediterraneo si parlava infatti una lingua franca, di cui conosciamo il vocabolario. Il transfer linguistico è avvenuto tra i vocaboli di questa lingua franca parlata dai marinai del passato e il codice binario parlato dai computer. Alcune delle parole di quel vocabolario sono state codificate con il codice binario, che ha permesso di decriptare e decifrare messaggi segreti in esso contenuti.
Le attività propostenel laboratorioa ragazzi tra i 9 e i 13 anni, hanno messo in moto la competenza di usare Il “translanguaging”, un transfer linguistico fra più lingue, processo che supporta lo sviluppo di competenza metalinguistica generale e promuove lo sviluppo di conoscenza di entrambe le lingue. Un programma costruito con Scratch e rappresentato sulla LIM presente nello spazio del laboratorio ha permesso ai partecipanti di verificare la correttezza delle traduzioni. La seconda volta del Festival della Scienza al Galata ha rappresentato un viaggio nel passato e al tempo stesso un tuffo nella tecnologia, in perfetta sintonia con lo spirito del Museo del Mare, dove innovazione e tradizione viaggiano insieme.
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