LA SALA DEGLI ARMATORI

SCAGNI & VAPORI - LA STORIA DELLA MARINERIA DAL 1861

Dietro ogni nave c’è sempre un armatore. Nel passato era una persona sola al comando. Con il tempo è diventato una Compagnia, una Società: una figura in continua evoluzione come il mondo della marineria.

Incontrerete figure che hanno scritto la storia della Marina Mercantile italiana, lasciando da Genova una scia speciale.

Persone che con la loro attività continuano a ispirare nuove generazioni di armatori e imprenditori.
Perché lo shipping è sempre una delle più affascinanti avventure nel mondo e Genova deve continuare ad esserne protagonista.

VIRTUAL TOUR
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A cura di Franca Acerenza, Nicla Buonasorte e Giovanni Carosio.
Coordinamento di Anna Dentoni. Direzione scientifica di Pierangelo Campodonico.

Si ringraziano:
Carlo Cameli, Fabrizio Cao di San Marco, Carbofin, CoeClerici, Famiglia Costa, d’Amico Società di Navigazione, Gestion Maritime, Famiglia Giordano,Grimaldi Holding, Famiglia Marsano, Ignazio Messina & C., Ottavio Novella, Famiglia Ravano, Rimorchiatori Riuniti.

IL PORTO DI GENOVA

“ Un ambiente che cambia ”

Il porto, agli inizi del ‘900 è ancora inteso come un rifugio per le navi e un emporio per le merci.
L’armatore del tempo ne fa una sua seconda casa o meglio, un prolugamento del suo scagno. Direttamente dai moli, il bacàn* segue gli arrivi e le partenze dei bastimenti, controllando di persona le operazioni di carico e scarico.
Oggi il porto è un ambiente che cambia in funzione delle esigenze espresse dall’economia e dal commercio globale, ma anche degli stessi armatori, che richiedono infrastrutture e servizi logistici capaci di contenere al massimo i tempi di attracco delle navi e le conseguenti tasse portuali.

LO STATO E GLI ARMATORI

“ Le origini di un rapporto controverso ”

Il rapporto tra gli armatori e lo Stato italiano è ambivalente. Da una parte lo Stato impone tasse elevate, dall’altra eroga sovvenzioni. Può requisire le navi per necessità belliche, ma offre protezione in caso di pericolo, pirateria o tensioni internazionali.
Gli armatori si uniscono per difendere i propri interessi di categoria, ma coprono essi stessi cariche parlamentari, giocando un ruolo importante e offrendo un notevole contributo all’ammodernamento della legislazione del settore marittimo italiano.

GLI EQUIPAGGI

“ Gente dura in un mondo di soli uomini ”

La vita a bordo riserva lavori usuranti, rotte rischiose, bassi guadagni e una disciplina sancita da una ferrea gerarchia. Il comandante è al vertice. I suoi ordini non si discutono ed è l’unico a poter portare la moglie a bordo. Eppure il lavoro di squadra è lo spirito che rende l’equipaggio un corpo unico, determina le relazioni umane e professionali, garantisce la sicurezza.
“Essere sulla stessa barca” è un’espressione proverbiale, che ha un senso profondo in un mondo così duro e pericoloso.

L’INNOVAZIONE

“ Una sfida continua ”

Nel secolo scorso l’armatore si trova di fronte a scelte tecnologiche difficili. Scafo in legno o in acciaio? Propulsione a vale o a vapore? Carbone o diesel?
“Il vento è gratis” sentenziano i detrattori dei piroscafi al tramonto della matina velica. Cosi il “vecchio”, seesconomico e affidabile, sopravvive a lungo accanto al “nuovo”.
Ma succede anche che le scelte degli armatori siano imposte da fattori esterni.È bastata l’intuizione di un autotrasportatore americano per cambiare per sempre il mondo dello shipping.

I TRAFFICI

“ Le regine del mercato ”

Le occasioni di profitto arrivano inaspettate e bisogna essere pronti per coglierle. A volte occorre fantasia nel saperle creare. Più spesso è la domanda dei mercati a decidere i nuovi traffici.
Le oscillazioni della domanda di merci richiedono all’armatore la prontezza di riconvertire le proprie navi progettate per tutt’altro tipo di traffico, oppure deciderne la vendita, il noleggio o la demolizione.
Ogni decisione va presa tempestivamente: una nave poco remunerativa può diventare un onere dalle conseguenze fatali per l’impresa.

I MESTIERI

“ Una professione in evoluzione ”

L’armamento di una nave è un’attività antica, rimasta immutata per secoli, ma profondamente cambiata negli ultimi 120 anni.
Da vecchio bacàn*, padre e padrone, accentratore di ogni attività e competenza, l’armatore di oggi è un imprenditore del comparto marittimo, dei trasporti ferroviari, della gestione di pubblici servizi, dell’industria, delle banche e del settore immobiliare.
Non frequenta più scagni** polverosi e rumorose banchine, ma opera in tempo reale collegato ai suoi dispositivi elettronici.